"Buoni e Giusti" è la campagna volta a promuovere ed incentivare l'eticità delle filiere dei prodotti in vendita nei negozi Coop, combattendo frodi, falsificazioni, lavoro nero e sfruttamento dei lavoratori attraverso controlli diretti sui fornitori e la sottoscrizione, da parte di quest'ultimi, di standard etici riconosciuti per ottenere precise garanzie in tema di responsabilità sociale.
L'IMPEGNO SU TUTTI I PRODOTTI COOP AGROALIMENTARI
Coop da sempre presidia il settore agroalimentare con un approccio "di filiera", cioè controllando passo dopo passo tutti i passaggi di produzione, dal campo alla tavola del consumatore, per garantire l'autenticità del prodotto a marchio a discapito di frodi e falsificazioni.
Inoltre Coop, nel 1998, è stata la prima catena della grande distribuzione europea ad adottare lo standard etico SA8000 per i controlli, chiedendone la sottoscrizione da parte di tutti i suoi fornitori, così da ottenere precise garanzie in tema di responsabilità sociale.
Un impegno simbolo della campagna "Buoni e Giusti" è quello sulla filiera di olio extravergine di oliva, che rappresenta uno dei prodotti maggiormente esposti a rischio di falsificazioni.
L'IMPEGNO SULLA FILIERA ORTOFRUTTICOLA
Oltre al presidio sulle produzioni a marchio Coop, dal 2015 è stato ampliato l'impegno coinvolgendo e responsabilizzando tutti i fornitori di ortofrutta, anche non a marchio Coop, i cui prodotti sono commercializzati nei nostri punti vendita. L'ortofrutta è un'area di potenziale maggiore criticità e per questo è stato richiesto ai fornitori di aderire al codice etico e sono state avviate da parte nostra ulteriori ispezioni sul campo, secondo criteri e piani definiti.
Sono stati coinvolti non soltanto gli 80 fornitori ortofrutticoli di prodotti a marchio Coop (per un totale di 7200 aziende agricole), ma tutti gli 832 fornitori di ortofrutta (per oltre 70.000 aziende agricole). A tutti i fornitori Coop ha chiesto di sottoscrivere l'adesione ai principi del Codice Etico che contempla una serie di impegni per il rispetto dei diritti dei lavoratori e prevedre l'esecuzione di un piano di controlli a cui non si può venire meno, pena l'esclusione dal circuito.
Inoltre abbiamo stabilito con i fornitori un prezzo equo perché sappiamo che se si pagano poco gli agricoltori si dà il via ad un circolo vizioso che genera illegalità e sfruttamento, soprattutto in alcune filiere, come quella del pomodoro da trasformazione, dove il rischio di avvelenare il mercato con pratiche scorrette è alto.
Con un prezzo più giusto e regole più certe, si può consentire a tutti gli operatori del mercato di organizzare al meglio la produzione, creando una filiera buona e pulita.